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In questa pagina vogliamo introdurti ad un orientamento sulle varie tradizioni spirituali e sulle tecniche di meditazione legate ad esse per sottolineare la validità di ognuna e favorire un approccio integrativo.

Esistono diversi modi per meditare; nel corso dei secoli infatti, le varie tradizioni spirituali dell'oriente, hanno sviluppato tecniche e percorsi diversi per lo sviluppo della coscienza attraverso la pratica della meditazione. Ciò nonostante rimangono dei fattori comuni importanti che accomunano tutte le diverse forme di meditazione.

Uno di questi è lo sviluppo della consapevolezza: ogni tecnica di meditazione collaudata nel tempo ha come obbiettivo di base quello di sviluppare la consapevolezza dell'individuo. La sfera su cui una determinata tecnica tende a sviluppare la consapevolezza varia a seconda delle tradizioni: ad esempio la meditazione taoista inizialmente porta l'individuo a sviluppare la consapevolezza del suo corpo energetico lavorando sul chi, l'energia vitale, quella che gli indiani chiamano prana. La tradizione buddista per contro, all'inizio del percorso meditativo, porta lo sviluppo della consapevolezza a livello del corpo fisico e della mente. La tradizione tantrica, quella in cui è nato lo yoga, promuove invece all'inizio la consapevolezza della sfera spirituale.

 

È utilie comprendere che la consapevolezza va comunque sviluppata su tutti i livelli e quindi la differenza tra queste antiche tradizioni sta nella scelta della sfera esistenziale da cui iniziare il lavoro di trasformazione interiore.

È infatti il secondo fattore comune, e forse il più importante da comprendere, proprio il fatto che ogni tradizione e quindi ogni tecnica meditativa mira allo stesso scopo finale. Ogni percorso spirituale proposto dalle diverse tradizioni ha come meta finale l'autorealizzazione dell'individuo, sia che questa venga individuata come satori , come nirvana , o come samadhi.

L'illuminazione avviene quando la coscienza dell'individuo è totalmente espansa e abbraccia "il tutto", quindi sarà sviluppata una consapevolezza di ogni sfera esistenziale, fisica, mentale e spirituale.

Non esiste quindi una tecnica migliore di un'altra, per approcciarsi alla meditazione in modo efficace è quindi utile comprendere questo per evitare di entrare nel vicolo del giudizio e della discriminazione, che di sicuro non è la strada per lo sviluppo della coscienza. Ogni persona è diversa e potrebbe trovarsi bene con una tecnica piuttosto che con un'altra in base alla sua costituzione mentale o addirittura in base al momento esistenziale in cui si avvicina alla meditazione. Inoltre in diverse fasi della vita può capitare che dopo aver meditato secondo un certo metodo per anni si senta il bisogno di approfondire la propria pratica facendo esperienze diverse che possano arricchire ulteriormente con altre tecniche (senza magari fare minestroni spirituali).

Cominciamo la panoramica sulle varie tradizioni. Ho riportato qui una breve introduzione a quelle che conosco per invitarti ad approfondire anche attraverso letture, corsi e possibilmente il contatto con Maestri e insegnanti esperti. È fondamentale essere guidati nella pratica della meditazione!

Ripeto: a mio avviso non esiste un metodo migliore di un altro, ma un metodo più adatto ad una determinata personalità.

 La meditazione tantrica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo yoga nasce nella cultura tantrica e quindi le tecniche di meditazione usate nello yoga si basano sulle conoscenze del corpo sottile costituito dai chakra (centri della coscienza) e dai nadi (canali sottili). Attraverso un percorso meditativo costituito da vari livelli, lo yogi lavora sui suoi corpi sottili armonizzandoli con tecniche collaudate dalla millenaria esperienza del Tantra. Esistono molte tecniche in questo contesto. Lo scopo di queste tecniche è quello di risvegliare Kundalini , la coscienza addormentata che risiede in un punto ben preciso alla base della colonna vertebrale all'interno del muldhara chakra , il primo centro psico-spirituale del corpo.

Attraverso l'uso di strumenti come i mantra e gli yantra (vedi sezione apposita), e utilizzando le facoltà della mente come l'intento, l'immaginazione, la visualizzazione, lo yogi compie precisi passi sul percorso evolutivo che lo portano ad espandere la coscienza progressivamente fino a raggiungere il nirvikalpa samadhi, la fusione della coscienza individuale con quella Cosmica.

Il percorso meditativo dello yoga quindi è caratterizzato dal fatto che fin dall'inizio il praticante si impegna a stabilire un contatto con il suo Sé più profondo per sentire che questo a sua volta è già direttamente connesso con la Coscienza Cosmica. Questa connessione viene sperimentata attraverso la meditazione in quei momenti in cui il praticante raggiunge ananda, la beatitudine. È infatti sviluppando fin dall'inizio la consapevolezza della propria identità spirituale che le tecniche della meditazione tantrica promuovono l'evoluzione dell'individuo.

Le varie scuole di yoga fondate dai vari Maestri che si sono susseguiti nei secoli, fanno uso di tecniche tutte molto simili tra loro in quanto anche se per alcuni aspetti si differenziano notevolmente, hanno tutte una solida base comune: l'estinzione dei samskara, i semi karmici che accumulati durante l'esistenza impediscono l'espansione della coscienza. .

Un esempio di percorso meditativo che si fonda sulla tradizione tantrica è quello del sistema insegnato da Shrii Shrii Anandamurti, Maestro vissuto nel secolo scorso che ha riportato le tecniche del Tantra così come erano concepite in origine contribuendo a ridefinire il Tantra stesso come scienza spirituale. 

  • Iiswara Pranidhana : in questa tecnica di meditazione il praticante attraverso diversi stadi sviluppa la consapevolezza della propria natura spirituale profonda. In questo processo vengono piano piano rimossi i condizionamenti della mente (samskara) e il karma delle vite passate.

  • Madhu vidya : con questa tecnica il praticante porta la meditazione nella vita quotidiana imparando ad agire la vita senza accumulare nuovi samskara.

  • Tattva dharana: attraverso l'uso di strumenti meditativi come mantra e yantra il praticante comincia la purificazione profonda degli elementi sottili e soprattutto comincia a sciogliere i nodi nei nadi e favorire l'innalzamento della kundalini

  • Pranayama: attraverso una tecnica di respirazione tipica dello yoga unita ad una tecnica di meditazione particolare, lo yogi impara a controllare la sua energia vitale mettendola al servizio dello sviluppo della coscienza.

  • Chakra Shodana: in questa tecnica si sviluppa un sistema di purificazione e potenziamento profondo delle potenzialità dei centri sottili del corpo. Anche questa tecnica apre la strada per il passaggio della kundalini nei canali sottili.

  • Dhyana: questa fase della meditazione porta il praticante ad abbandonare tutti i supporti meditativi utilizzati nelle altre tecniche per fondersi con la sua meta, è richiesto un alto livello di concentrazione ed una mente molto libera.

A parte le tecniche più generiche ormai reperibili facilmente grazie alla non sempre genuina diffusione delle arti orientali, in genere ancora oggi un percorso meditativo legato allo yoga si impara attraverso l'iniziazione agli insegnamenti di un determinato Maestro.

Lo yoga ci fornisce comunque la possibilità di iniziare a meditare con delle tecniche più semplici che possono essere apprese durante un corso che non sia limitato alle sole asana.

 

La meditazione buddista

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buddha viaggiò in asia per circa 40 anni diffondendo i suoi insegnamenti dando vita ad una grande attività spirituale. I suoi insegnamenti furono poi approfonditi in culture e regioni dell'Asia diverse tra loro dando origine a varie scuole di pensiero. Oggi possiamo incontrare il buddismo sotto varie forme, e per certi aspetti le tecniche di meditazione si differenziano.

Tuttavia tutte si basano sullo sviluppo della consapevolezza attraverso un lavoro di osservazione interiore e quindi promuovono lo sviluppo della coscienza attraverso il continuo impegno a rimanere concentrati sui fenomeni che si manifestano nel momento presente senza cercare di modificarli.

Il "Qui ed ora" è il cardine di tutte queste tecniche, o meglio il fondamento di uno stile di vita e di un atteggiamento mentale che prepara all'esplorazione dei piani più profondi del Sé.

Queste tecniche si propongono di mettere in azione durante la pratica della meditazione alcuni insegnamenti fondamentali del Buddha, i "quattro fondamenti della consapevolezza", le "quattro nobili verità".

Vediamo qui il metodo forse più conosciuto in tutto il mondo utilizzato da questa tradizione, la meditazione Vipassana:

Questo antichissimo metodo di sviluppo interiore fu reintrodotto da Buddha allo scopo di riportare l'uomo alla ricerca di se stesso in modo autonomo e svincolato da "credo" preconfezionati o dogmi religiosi che nell'epoca in cui Egli visse erano molto diffusi e influenzavano ampiamente la vita del sub continente indiano.

La meditazione Vipassana, che tradotto vuol dire "chiara visione profonda", si articola in tre fasi:

  • Annapana: osservazione del respiro. Questa prima fase porta il praticante a mantenere la propria mente concentrata nel "qui ed ora" in relazione al proprio respiro. Osservando, o meglio percependo, il processo respiratorio nel momento presente, senza influenzarlo con la propria volontà, inizia lo sviluppo della concentrazione necessaria ad ampliare la consapevolezza sui primi due livelli. Questa tecnica anche se molto semplice porta già con sé molti benefici se praticata con dedizione. Inoltre annapana è la base comune a praticamente tutte le tecniche di meditazione in quanto è il metodo più immediato per centrarsi nel qui ed ora e sviluppare capacità di concentrazione.

  • Vipassana: in questa fase si sviluppa la tecnica vera e propria. Qui la concentrazione, rimanendo nel presente, viene spostata sulle sensazioni del corpo. Il praticante impara dapprima a sentire il proprio corpo in modo superficiale e via via a profondità sempre maggiori fino a divenire consapevole di ogni processo fisiologico ed energetico. Si può già intuire che l'impegno continuo in questo processo di visione profonda porta piano piano allo sviluppo di una coscienza olistica di sé e dell'ambiente. Le sensazioni che si sperimentano nel proprio corpo sono infatti connesse ai fenomeni dell'ambiente circostante e, via via che la meditazione evidenzia queste connessioni, il praticante espande la sua consapevolezza anche al mondo esteriore.

  • Metta Bhavana: in questa fase i benefici della meditazione vengono condivisi con l'ambiente (e quindi la natura circostante, i propri simili, il mondo intero, ecc.), attraverso una tecnica che porta a sviluppare l'aspetto più spirituale della vita, il "dare Amore incondizionatamente".

La meditazione Zen

 

In alcune regioni dell'oriente, gli insegnamenti del Buddha hanno subito l'influenza della cultura locale dando origine a nuove tradizioni come lo Zen in Giappone ed il Chan in Cina.

La meditazione nella tradizione Zen porta l'individuo ad evolversi partendo dalla consapevolezza del suo piano mentale. Una particolare attenzione viene data alla cura dell'ambiente in cui si svolge la pratica per addestrare la mente a rimanere sempre focalizzata su una sola cosa per volta. Questo approccio è molto utile in una società come quella moderna dove siamo sempre più portati a fare diverse cose contemporaneamente perdendo sempre di più la consapevolezza del nostro spazio interiore. vediamo le tecniche principali:

 

  • Zazen: la meditazione da seduti. Durante questa pratica si sviluppa la consapevolezza del proprio piano mentale e si impara a non essere coinvolti dai propri pensieri rimanendo in uno stato di attenzione vigile. I pensieri quindi scorrono nella mente ma il praticante impara a osservarli senza identificarsi con essi. Il continuo impegno porta a sperimentare il satori , lo stato in cui la mente è vuota, ferma, e si sperimenta la pace.

  • Kin-hin: la meditazione camminata costituisce la fase in cui si impara a portare lo stato meditativo nella quotidianità per trarne il massimo beneficio.

La meditazione taoista

 

 

 

 

Il Taoismo è il pilastro portante della cultura spirituale cinese, e all'interno di questo meraviglioso contesto, si sono sviluppate tecniche di meditazione che portano lo sviluppo della coscienza individuale attraverso un lavoro sul piano energetico. Armonizzando il chi (o meglio qi ), l'energia vitale, la coscienza può espandersi promuovendo l'evoluzione individuale.

In modo analogo allo yoga indiano, il sistema taoista prevede una serie di pratiche più fisiche legate a posizioni o movimenti conosciute come Qi Gong e Tai Chi , ed una serie di pratiche meditative tra cui la più nota è Xiao Zhoutian (Meditazione della piccola circolazione celeste).

Gli antichi taoisti svilupparono una dettagliata conoscenza dell'energia interna , una forza della quale ogni essere vivente è permeato e sostiene la vita: questa energia è chiamata chi (qi). Essi scoprirono il complesso reticolo di condotti energetici, all'interno dei quali il chi scorre, portando la vita in ogni parte del nostro organismo. Capirono che il benessere fisico, ma anche mentale e spirituale, era possibile esclusivamente se questa energia era libera di fluire senza ostacoli all'interno del corpo. Oggi sappiamo, grazie agli antichi Maestri taoisti, che tanto la crescita spirituale quanto la guarigione fisica e la longevità sono possibili dedicandosi alla coltivazione di questa energia.

Ogni nostra postura, emozione, sentimento, pensiero, influenzano profondamente la qualità e la quantità della nostra energia interna, apportando modificazioni rilevanti sul suo scorrimento nel corpo energetico.

Fattori come lo stress, l'insoddisfazione, le emozioni negative, le scorrette abitudini alimentari, ecc. tendono ad alterare anche in modo considerevole il libero fluire dell'energia all'interno del corpo, arrivando a generare blocchi energetici e consentendo a masse di energia negativa di stagnare nel corpo creando le basi per l'insorgere di malattie a livello fisico e squilibri a livello psichico (nevrosi).

Le pratiche taoiste sono tutte volte a risparmiare, accumulare e dirigere il chi, e a liberarsi da ogni forma di energia negativa o perversa che entra nel corpo. La meditazione taoista, partendo da un lavoro mirato a stabilire la corretta circolazione del qi, crea le basi per una condizione psicofisica ideale per lo sviluppo spirituale.

Come in altre tradizioni spirituali, le tecniche di meditazione divengono sempre più accurate e dettagliate via via che il praticante imparando a controllare la sua energia vitale riesce ad accedere alle sfere più profonde dell'esistenza mettendo in moto un meccanismo di alchimia interiore che lo trasforma nel profondo facendo espandere la sua coscienza. Vediamone un paio tra le più diffuse:

  • Xiao Zhoutian è la tecnica di base e se praticata con dedizione per un periodo sufficiente può essere un ottimo strumento per imparare a guidare l'energia vitale con la propria volontà. L'effetto di questa tecnica si percepisce velocemente nella propria sfera fisica in quanto lavorando sull'energia del corpo i cambiamenti sono molto tangibili.

  • Il sorriso interiore: questa tecnica molto semplice ed efficace ha un effetto profondo sull'energia del corpo. Si può cogliere sulle raffigurazioni e sulle statue che rappresentano il Buddha un sorriso accennato sul suo volto. A questo sorriso creato dapprima fisicamente, segue un processo mentale che il praticante svolge per rilassare interiormente ogni organo del corpo e metterlo in condizione di ricevere l'energia vitale correttamente.

Autore: Jacopo Ceccarelli

Insegnante Yoga dal '94, Naturopata e Counselor. Incontra Jacopo sui Social Networks :-)

 

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