Zazen – L’Arte del Silenzio: Il Cuore Pulsante della Meditazione Zen
- Giancarlo Sideri
- 2 apr
- Tempo di lettura: 4 min

Nel caos della vita contemporanea, dove tutto sembra correre e nulla si ferma, esiste un gesto semplice e rivoluzionario: sedersi in silenzio. Zazen, la meditazione seduta dello Zen, è molto più di una tecnica: è una via di consapevolezza, una pratica per tornare a sé stessi, un incontro diretto con il cuore del presente. È come un lago che, nella quiete, riflette limpido il cielo.
Le Origini di Zazen: Una Via che Attraversa i Secoli

Il termine Zazen viene dal giapponese za (sedersi) e zen (meditare). È la pratica fondamentale dello Zen buddhista, in particolare nella scuola Sōtō, fondata in Giappone da Dōgen Zenji nel XIII secolo.
Zazen affonda le sue radici nella meditazione buddhista indiana (dhyāna), passa per la Cina attraverso il Chan, e infine si radica nel Giappone, divenendo la forma più essenziale di pratica spirituale. Per Dōgen, Zazen non è un mezzo per ottenere qualcosa: è la manifestazione diretta dell'illuminazione. Non si tratta di raggiungere, ma di essere. Non si cerca un risultato, si abita l’eternità dell’adesso.
Le Posizioni Possibili: Il Corpo Come Tempio della Presenza

Zazen si pratica seduti, con il corpo eretto, fermo, stabile e rilassato. L’assetto posturale non è solo un supporto: è parte stessa della meditazione. Il corpo radicato nella terra e la testa protesa al cielo diventano simbolo vivente dell’unità fra materia e spirito.
Ecco le posizioni più comuni:
Padmasana (Loto completo): entrambe le piante dei piedi poggiano sulle cosce opposte. Posizione molto stabile, ma impegnativa.
Mezzo Loto: un piede sulla coscia opposta, l’altro sotto. Più accessibile e comunque stabile.
Posizione Birmana: gambe incrociate, piedi poggiati uno davanti all’altro. Ottima per principianti.
Sgabello da meditazione: adatto a chi ha difficoltà con le ginocchia.
Seduti su una sedia: schiena eretta, piedi ben saldi a terra, mani nel grembo.
Il Mudra di Zazen: Hokkaijō-in, il Mudra Cosmico

Durante Zazen si adotta il Mudra cosmico (in giapponese: Hokkaijō-in), che rappresenta l’unione dell’umano con l’universale, la perfezione silenziosa del Tutto.
Come si forma:
La mano sinistra poggia nella destra (per gli uomini; per le donne l'inverso in alcune tradizioni), con i palmi rivolti verso l’alto.
I pollici si toccano leggermente, formando un cerchio perfetto, che simboleggia l’universo, la vacuità, l’integrità.
Le mani sono adagiate nel grembo, alla base dell’addome, in linea con il centro energetico dell’hara (sotto l’ombelico), sede della stabilità e del radicamento.
Questo mudra è fondamentale: non è solo una forma, ma un contenitore di energia e presenza. I pollici che si toccano appena riflettono la qualità dell’attenzione: se si allontanano o si abbassano, anche la mente sta perdendo equilibrio.
Come si Pratica Zazen: La Via Diretta alla Verità Interiore
Zazen non è una tecnica di rilassamento. È un ritorno all’essere essenziale. È sedersi e abitare l’attimo, senza aggiungere nulla. Tuttavia, ci sono fasi fondamentali da seguire per entrare pienamente in questa pratica.
1. Il Luogo e la Preparazione
Scegli un ambiente semplice, pulito, silenzioso. Può essere una stanza vuota, una parete bianca, una candela accesa. Siediti su uno zafu (cuscino tondo) posto su un zabuton (tappetino), o su uno sgabello o una sedia.
2. Assumere la Postura
Siediti in una delle posizioni descritte, assicurandoti che:
la schiena sia eretta ma non rigida,
il mento leggermente retratto,
il petto aperto,
le spalle rilassate,
lo sguardo è morbido, rivolto circa un metro davanti a te, con gli occhi semichiusi, per evitare sogni e distrazioni.
Assumi il mudra cosmico, con attenzione e rispetto.
3. Respirare
La respirazione è naturale, silenziosa, profonda, dal naso. L’addome si muove lievemente. Non si controlla: si ascolta. Il respiro è il ponte fra corpo e mente. Quando la mente vaga, torna dolcemente al respiro.
4. Osservare la Mente
Pensieri, emozioni, immagini emergono. Non lottare. Non giudicare. Non attaccarti. Lasciali passare come nuvole nel cielo o foglie su un fiume. Tu sei il cielo, tu sei il fiume. Rimani testimone silenzioso, aperto, presente.
Questa è la mente senza scopo (mushotoku): non cerca nulla, non rifiuta nulla. Solo ciò che è.
5. Dimorare nell’Essere
Non devi fare, correggere, risolvere. Solo essere. Seduto nella semplicità assoluta, sei già Uno con tutto. La mente ritorna alla sua natura originaria: chiara, vasta, quieta. Questo è il vero risveglio.
6. Uscire dalla Meditazione
Dopo 20-30 minuti, muovi lentamente il corpo, inchinati con gratitudine verso il centro di te stesso. Porta con te quel silenzio come un seme nel cuore.
I Benefici di Zazen: Il Silenzio che Guarisce

Zazen non promette miracoli. Ma ogni giorno, con costanza e dedizione, trasforma il modo in cui viviamo, pensiamo, respiriamo.
Fisici
Miglioramento della postura e della respirazione
Equilibrio del sistema nervoso autonomo
Riduzione di stress, insonnia, tensioni muscolari
Psicologici ed Emotivi
Calma mentale
Riduzione dell’ansia e della reattività
Maggiore lucidità e centratura
Spirituali
Contatto diretto con il Sé profondo
Unione con la vita così com’è
Superamento della separazione illusoria tra sé e il mondo
Conclusione: Sedersi in Silenzio per Ascoltare la Vita

In un mondo che corre, Zazen ci insegna a fermarci. In un tempo che divora, ci insegna a vivere l’eterno presente. Sedersi in silenzio è un gesto apparentemente semplice, ma profondamente rivoluzionario. È un atto d’amore verso sé stessi, è un ritorno alla verità, è un inchino alla vita così com’è.
Zazen è un invito a non fuggire, a non cercare altrove ciò che è già qui. A stare. A respirare. A vivere con pienezza ogni respiro come se fosse sacro – perché lo è.
Nel silenzio di Zazen, scopri che nulla deve essere cambiato per essere perfetto. Che l’illuminazione non è lontana, ma è la tua stessa natura, dimenticata e ritrovata.
E allora, seduto in silenzio, non cerchi più la verità fuori: la riconosci dentro, dove è sempre stata.

“Non c’è nulla da ottenere. Solo sedersi e respirare. Questo è il miracolo.”— Maestro Dōgen
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